OBIETTIVO 2017: EXPORT

La differenza tra un sogno ed un obiettivo è una data. 

Walt Disney ci insegna che per raggiungere i risultati che desideriamo dobbiamo partire dal fissare una data. Entro quando vuoi esportare il tuo prodotto o servizio all’estero?

Subito o ieri non sono risposte valide.

Si parte da oggi e si va in avanti.

Sebbene fissare l’obiettivo internazionalizzazione nero su bianco sia già un buon punto di partenza, questo non basta. Ci vogliono altri ingredienti e ci vuole lo strumento giusto che come un mestolo o una frusta, se si preferisce un moto più energico, li amalgami e crei un composto che possa essere cotto, mangiato, degustato e lasciare un bel ricordo ai nostri sensi creando un’esperienza memorabile.

Ho preso in prestito un linguaggio volutamente legato al food ed al food equipment essendo una delle mie specializzazioni proprio il mondo dell’housewares. Detto questo andiamo avanti.

Lo strumento che impiego per affiancare imprenditori e manager nei loro piani di espansione è quello del coaching: l’allenamento delle potenzialità verso il raggiungimento di obiettivi. E l’internazionalizzazione è il principale motivo per cui titolari di azienda e responsabili export chiedono il mio affiancamento come coach.

Partiamo dalla definizione di un obiettivo di export che sia SMART ossia

SPECIFICO

MISURABILE

FATTO DI ALLEANZE

REALISTICO

TEMPIFICATO

Un obiettivo è SPECIFICO quando definisce i contorni in maniera il più possibile precisa.

Dire :”voglio esportare i miei prodotti in qualsiasi punto del mondo purché mi paghino” non è un obiettivo specifico!

Asserire, invece: “voglio esportare i miei prodotti in Svizzera e conquistare col mio prodotto XYZ un mio spazio nelle principali catene di GDO (Coop, Migros, Manor, Globus etc) è un obiettivo specifico.”

Ancora perfezionabile, volendo, ma, comunque, un ottimo punto di partenza. Perfezionabile come? Con la precisazione di un numero, per esempio, che lo renda in questo modo, anche, misurabile.

Un obiettivo deve essere MISURABILE.

“Ciò che non si può misurare non si può migliorare”

Lord William Thompson Kelvin 

E se non puoi misurare qualcosa non puoi nemmeno controllarne l’avanzamento.

Di questo ce ne scordiamo spesso. Eppure è una sacrosanta verità

Pensa agli sportivi.

Come credi che sia stato possibile per il nuotatore britannico Adam Peaty alle recenti olimpiadi di Rio battere per due volte in pochi giorni il proprio record sui 100 farfalla passando da un suo vecchio record di 57″92 a 57″55 prima e 57″13? (Credits Corriere.it).

Misurazione, allenamento, avanzamento. Listen & repeat.

E bravo Adam, e bravo il team che lo allena fisicamente, tatticamente e mentalmente.

MISURABILE significa che una volta stabilito l’obiettivo a medio o lungo termine (tenendo sempre presente che un progetto di internazionalizzazione di successo non dura, generalmente, meno di 2 anni) imprenditore, manager e tutto il team devono impegnarsi ad individuare delle tappe intermedie che permettano loro di misurare concretamente l’avanzamento. 

Imprenditore, manager e team: punto nr. 3, l’obiettivo deve essere FATTO DI ALLEANZE.

Se io imprenditore sono l’unico a credere nel progetto di internazionalizzazione ed il lavoro operativo lo delego a manager e/o collaboratori che non condividono il mio stesso obiettivo, sarà molto probabile, che, invece, di guadagnare nuovi mercati possa perdere in motivazione del team. 

Sempre, non solo nel mondo dell’export, quando un obiettivo viene calato dall’alto e non viene avvalorato dagli esecutori, gli sforzi profusi, pur essendo molto importanti e spesso, pure, troppi, non portano al risultato desiderato. Anzi, allontanano.

Chi nel tuo gruppo di lavoro può assumere l’incarico di esecutore? Chi può ostacolarti? Chi può motivare il tuo team? Le risposte a queste domande sono lo start di un progetto fondato su alleanze.

Lo sport, ancora una volta:

“Talent wins games, but teamwork and intelligence wins championships”

Michael Jordan 

REALISTICAMENTE, quali sono i mercati in cui puoi posizionare i tuoi prodotti e/o servizi più agevolmente ed entro la data che ti sei prefissato?

Il Brasile o la Germania? La Cina o la Polonia? Non te lo posso dire a priori senza una ricerca di mercato e senza, soprattutto, aver esplorato le intrinseche potenzialità dei tuoi prodotti, della tua azienda, di te imprenditore e dei tuoi collaboratori. Così come senza una attenta valutazione dei punti di miglioramento presenti.

Nessun consulente, nessun temporary manager né tantomeno la sottoscritta, che di professione fa l’export coach, possiede la bacchetta magica. Diffida da chi ti propone l’export facile e veloce tramite call center, ho visto aziende soffrire molto, emotivamente ed economicamente, del fallimento conseguente.

Un obiettivo è REALISTICO è anche realizzabile quando è sotto il tuo diretto controllo. Impossibile? No.

Voler entrare a tutti i costi in un dato mercato perchè l’amico con prodotti similari o il competitore di riferimento fanno numeri esorbitanti, non è, per forza di cose, un obiettivo realizzabile.

1 + 1 = non fa sempre due

Un obiettivo realistico e sotto il tuo diretto controllo si fonda sulla conoscenza e sull’esperienza. Affidarsi al primo agente in loco perchè accetta di lavorare a sole provvigioni rende l’obiettivo all’80% irrealizzabile. Parlo per esperienza.

Di Walt Disney ho già parlato nell’incipit. Per essere un obiettivo e non un semplice desiderio o intenzione, ci devi mettere una data. Una data realistica, che raramente, è meno di 12 mesi. Molto raramente. E questo rende il tuo export goal TEMPIFICATO.

SMART non è solo l’obiettivo per l’export, è l’approccio che devi avere tu imprenditore, che deve avere la tua azienda, il tuo team ed il tuo consulente o temporary o export coach. Se vuoi essere SMART inizia col ricordare, ed io stessa mi impegno a ricordarlo a me stessa ed a chi collabora con me ogni singolo giorno….

“To generalize is to be an idiot.”  

William Blake

E tu che obiettivi export hai per il 2017?

Se vuoi renderli SMART contattatami per un primo export check up.

export@lucillarizzini.com