Il futuro dell’export con il digital marketing

Marcus Sheridan, imprenditore uscito dalla crisi grazie al content marketing e ora blogger rinomato sul tema, afferma che “nell’era attuale del marketing e del web 2.0, il web in un’azienda è la chiave di tutta l’attività”.

L’avvento dei Social Network, infatti, ha cambiato radicalmente il modo di fare business; aziende e clienti sono più vicini, a portata di click, e la loro relazione sta assumendo sempre maggior importanza, portando il prodotto o il servizio in secondo piano.

I risultati di una ricerca promossa da “We are social” e “Hootsuite” hanno dimostrato che, nel 2018, circa 3,196 miliardi di persone nel mondo (pari al 42% dell’intera popolazione) risultano iscritte ai principali social media; il 13% in più rispetto al 2017.

Ogni utente passa, in media, 1 ora e 53 minuti al giorno sui social. Per questo motivo, risulta evidente che un buon utilizzo del Digital Marketing da parte delle imprese può rivelarsi vincente, soprattutto per quelle aziende che dispongono di scarsi capitali da investire in una buona strategia di marketing “tradizionale”.

Un rapporto così diretto con i propri clienti può, però, nascondere molte insidie e, a volte, basta un piccolo errore per scatenare uno “scandalo mediatico” e rovinare l’immagine aziendale. Di “epic fail” ne possiamo ricordare parecchi; chi non conosce il clamoroso scivolone di Decathlon, che nel 2016, in seguito a numerose proteste sui social, ha dovuto rimuovere la sua campagna pubblicitaria “#Lofaccioperchè in campo non servono libri”?

Quindi, come si può essere vincenti sui social senza rischiare di fallire miseramente?

I passaggi fondamentali sono tre:
– chiarire gli obiettivi di una presenza social aziendale;
– scegliere la piattaforma (o le piattaforme) più adeguata al conseguimento di tali obiettivi;
– creare una digital marketing strategy annuale.

Inizialmente utilizzati per il tempo libero, i Social Network possono essere, in realtà, uno strumento molto valido per raggiungere diversi obiettivi. La domanda da porsi è: “perché voglio comunicare sui social?”. Alcuni esempi potrebbero essere: l’approccio ad un nuovo mercato o il rafforzamento della presenza, la creazione di Brand Awareness, o la ricerca di partner commerciali, distributori e clienti, così come l’employer branding.

Il secondo passo è quello di scegliere il giusto canale; per farlo non basta avere chiaro l’obiettivo, ma è necessario sapere precisamente a chi ci si vuole rivolgere e dove si trova la target audience. Quindi bisogna chiedersi: “per chi e dove pubblico i miei contenuti?”. Per avere un quadro più completo potrebbe essere d’aiuto un’analisi dettagliata dei competitors, per vedere dove questi si posizionano, cosa e come comunicano, e i loro punti di forza e di debolezza per cercare di differenziarsi il più possibile e sfruttare le loro “carenze”.

Lo step finale è quello di definire una strategia vera e propria e stabilire dei KPI per verificarne l’efficacia. La prima domanda in questo caso è: “come comunico?”. Bisogna, quindi, scegliere lo stile e il tono di voce da dare ai contenuti e definire il formato e la frequenza con i quali si vuole pubblicare. Solo successivamente è possibile dedicarsi ai contenuti, cioè al “cosa comunico?”.

E tu, pensi di essere pronto ad affrontare la tua sfida social?